La notizia che ha suscitato molto interesse per chi si occupa di energia e di agricoltura, è quella del nuovo bando relativo al Parco Agrisolare. Una risorsa che sarà utile a molte imprese dei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, per far fronte alle esigenze energetiche di questo ambito – dai costi sempre crescenti, purtroppo.
Vediamo in cosa consiste il nuovo bando (dato che ce n’è stato uno precedente), e quali sono i vantaggi nel settore primario, per sfruttare le potenzialità dell’energia solare e risparmiare!
Tramite il Decreto 19/04/2023, il Ministero dell’Agricoltura della Sovranità alimentare e delle foreste, ha definito le modalità di accesso ai contributi previsti per il cosiddetto Parco Agrisolare. Il termine unisce l’agricoltura all’energia solare, incentivando un sistema di produzione agro-sostenibile.
All’interno dei fondi stanziati tramite PNRR, una parte consistente è stata destinata alla realizzazione di impianti fotovoltaici da installare sui tetti degli edifici a uso produttivo agricolo, zootecnico e agroindustriale. Per intenderci, il sistema solare fotovoltaico può essere installato su capannoni, stalle e fabbricati strumentali per le proprie attività.
Si tratta di un investimento che mette a disposizione l’80% della spesa a fondo perduto, che si rivolge a determinate aziende agricole, per incentivare le buone pratiche di produzione e autoconsumo energetico – individuale o condiviso.
Stavolta è a disposizione un miliardo di euro per il Parco Agrisolare, con modalità più accessibili rispetto all’anno scorso: una misura di sostegno senza precedenti per il settore primario!
Partiamo dalla storia. Il primo bando risale al 2022, quando fu avviata questa misura che fa parte degli obiettivi della cosiddetta Transizione Ecologica da attuare mediante il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
L’utilizzo delle energie rinnovabili è ormai al centro di molte iniziative finanziarie, e nello specifico il bando per il Parco Agrisolare erano prevedisti 1,5 miliardi di euro per favorire l’economia sostenibile anche in ambito agricolo.
L’obiettivo era quello di produrre almeno 375.000 kW dall’energia solare, tramite l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture degli immobili di proprietà delle aziende attive nel settore primario agricolo, zootecnico e agroindustriale.
Non solo: bisognava rimuovere i tetti esistenti, costruire nuovi tetti isolati e ventilati, corredati di pannelli solari e sistemi di gestione intelligente degli accumulatori di energia.
Gli intenti sono tali anche nella versione del Parco Agrisolare 2023, ma con aggiornamenti decisivi. Perché le misure precedentemente proposte nel bando non erano abbastanza interessanti e vantaggiose per gli agricoltori. Per tale motivo, purtroppo, le risorse già stanziate con il primo bando sono rimaste largamente inutilizzate.
Questa riapertura del bando, invece, cerca di recuperare i fondi e aumentarli, incentivandone l’uso in modo costruttivo.
Prima di tutto, è fondamentale il passaggio della potenza di picco dei pannelli fotovoltaici, con una convenienza economica maggiore. Il decreto incentiva l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei fabbricati agricoli tramite due cambiamenti:
Rispetto al vincolo di autoconsumo, molto stringente nella prima versione del bando, nell’Agrisolare 2023 è accaduta una revisione molto utile. Oggi il vincolo dell’autoconsumo vale solo per le aziende agricole di produzione primaria, e il requisito può essere soddisfatto anche con la formula dell’autoconsumo condiviso tra più imprese.
Ti stai chiedendo se rientri tra i beneficiari? La normativa stabilisce che i fondi siano destinati alle imprese di produzione agricola, con varia tipologia.
Ecco un punto decisivo, quello finanziario! Tra le regole decise nel decreto, spicca l’erogazione di un contributo “a fondo perduto”. Un termine ben diverso rispetto alle agevolazioni fiscali e ai finanziamenti agevolati.
Presentando un progetto in linea con i criteri del bando Parco Agrisolare, il Ministero mette a disposizione la somma di denaro prestabilita per l’investimento, che non deve essere restituita. Chiaramente, il progetto va realizzato e documentato, e a quel punto avviene la concessione del denaro corrispondente.
Nella proroga del Parco Agrisolare 2023 PNRR, il contributo a fondo perduto aumenta.
Le nuove percentuali prevedono la quota 80%:
È prevista anche una percentuale a fondo perduto al 30%:
Inoltre, per le categorie che usufruiscono del 30%, l’intensità del contributo può essere aumentata del 20% per le piccole imprese, del 10% per le medie imprese e del 15% per investimenti effettuati nelle zone svantaggiate del territorio nazionale.
Chi sceglie il fotovoltaico per la propria azienda agricola, sa di poter contare su un fondo ad ampio raggio, che non lascia fuori i costi complementari.
Cosa significa vincolo di autoconsumo
L’obiettivo del bando è quello di soddisfare il fabbisogno energetico dell’azienda. Per questo, si possono chiedere aiuti a fondo perduto per gli impianti fotovoltaici valutando questo criterio.
La capacità produttiva dell’impianto fotovoltaico viene calcolata in modo annuo, e non deve superare il consumo medio annuo combinato di energia termica ed elettrica. Viene conteggiato l’uso energetico dell’azienda agricola e anche quello familiare.
Nel caso di autoconsumo condiviso? Si calcola il fabbisogno energetico annuo di tutti i soggetti coinvolti e delle aziende aggregate.
Inoltre, la vendita di energia elettrica alla rete è consentita solo se viene rispettato questo limite di autoconsumo medio annuale.
Come accade ad ogni agevolazione finanziaria, anche per il Parco Agrisolare nel bando sono previsti dei massimali.
Si potranno richiedere finanziamenti a fondo perduto per una spesa con un limite massimo di 1500 euro / kWp per il solo impianto fotovoltaico. Sono ammissibili per la detrazione fiscale anche le spese per la progettazione dell’impianto, l’asseverazione degli interventi e la presentazione delle domande presso gli enti prescelti.
A questa spesa, si potranno aggiungere fino ad ulteriori 1000 euro kWp se, contestualmente ai pannelli solari, vengono installati anche sistemi di accumulo. In ogni caso, la spesa massima ammissibile per i sistemi di accumulo sarà pari a 100.000 euro.
Un’ulteriore copertura della spesa è prevista per i dispositivi di ricarica elettrica per i veicoli: fino a 30.000 euro.
Gli interventi di rimozione e smaltimento dell’amianto, saranno incentivabili solo dal punto di vista di alcuni costi. Per logica, sono comprese le spese per la demolizione e ricostruzione delle coperture dove si installa il fotovoltaico.
Questi costi sono legati alla potenza dell’impianto fotovoltaico realizzato, con limite massimo ammissibile di 700 euro / kWp installato. Sarà possibile smaltire l’amianto anche su altre superfici, differenti da quelle dei pannelli solari, purché quella zona del tetto faccia parte dello stesso edificio.
Ci sono diverse voci che non è possibile inserire nelle spese, e tra le più importanti menzioniamo:
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